UN MAMBO MELON POSTMODERNO: IL DUO SALUZZESE CONVINCE IL NUVOLARI CON UN CONCERTO POTENTE E ORIGINALE Le nuove tecnologie hanno contribuito alla messa in crisi dell’idea di autore (e di diritto di autore) in campo musicale. I campionatori hanno permesso da un certo punto in poi di trasformare suoni analogici in informazioni digitali riutilizzabili a piacere. Internet ha messo a disposizione gratuitamente una quantità prima inimmaginabile di musica. Un numero sempre maggiore di artisti e fenomeni musicali si è messo a rimescolare i generi, spesso grazie al riciclo di frammenti sonori decontestualizzati. Per non parlare dell’idea del “mashup”, la costruzione di pezzi utilizzando esclusivamente liberamente brani preesistenti. Un “metagenere” di cui è alfiere Greg Gillis in arte Girl Talk, protagonista anche del documentario di Brett Gaylor “Rip! A remix manifesto” (Feltrinelli, 2010), che ha molto colpito due bravi musicisti nostrani (già negli Instrumental Quarter): Gabriele Grosso e Marco Bognanni. Facendo proprio l’approccio postmoderno di questo tipo di musica, i due hanno creato i Mambo Melon, in cui suonano i loro rispettivi strumenti (il basso e la batteria), interagendo con una marea di campionamenti precedentemente raccolti e briosamente manipolati. Il risultato è grandioso, sia nelle registrazioni (il loro EP del 2011, “S.P.A.”, vinse allora il premio Toast “per l’estrema originalità della proposta, che non scade mai nello sterile radicalismo sonoro”), sia per le potenti esibizioni live, come quella recente del 30 luglio al Nuvolari di Cuneo. La loro musica è energetica, attuale e spigolosa: la colonna sonora euforica di un’ipotetica metropoli in continuo movimento. La base ritmica del duo si intreccia e interagisce con suoni africani e brasiliani, rock, funk e soul. Si sentono frammenti di Vinícius de Moraes, Jovanotti, Beastie Boys, Prince e persino di De André e di Pasolini (un’intervista da “Comizi d’amore”). Ospite nel concerto cuneese: il flautista Giacomo Abbà, che ha arricchito il tutto di colori jazz. Paolo Bogo (AgendaRock - Rumore) ----------------------------------------------------------- Non hanno un genere preciso, sono post-rock ma anche no, sono mashup, big-beat forse, usano campionatori, usano il basso e la batteria, hanno un ritmo pazzesco, sono d'avanguardia o forse sono folli e basta, ma, soprattutto, sono fighissimi: in diretta dal Piemonte, i MAMBO MELON! Mambo Melon è una band semplicemente incredibile, unica in Italia: è una band che senza ombra di dubbio fa un genere a sé. Mambo Melon è un duo nato nel 2009; i due componenti già vantavano un' eccellente esperienza musicale internazionale, con tour in America e in Europa. Nel 2011 è uscito “S.p.a.”, il primo Ep dei Mambo Melon, che subito ha riscosso ottimo successo e ottime impressioni da parte della critica. Questo ep, inoltre, ha vinto anche il premio Toast 2011, assegnatogli “per l'estrema originalità della proposta, che non scade mai nello sterile radicalismo sonoro”. Mambo Melon è senz'altro un gruppo che ha scaraventato lontano mille miglia il modo di intendere e fare musica in Italia: il loro non-genere ha un fascino senza confini ma, soprattutto, un tiro brutale e colossale! Campionatori impazziti, fuori da ogni controllo, si sposano alla perfezione con l'impatto caotico ma, al contempo quadratissimo, di basso e batteria. Il ritmo dei Mambo Melon è trascinante, aggressivo, e non disdegna certo mostri sacri del tiro, come Trans Am e Battles. Tutto questo si può descrivere come avanguardia, come nouvelle vague italiana o, più semplicemente, come figata clamorosa!!!! (Tetris) --------------------------------------------------------------------------- L’undicesimo PREMIO TOAST è stato riconosciuto a “SPA” del duo MAMBO MELON (Edison Box) “per l’estrema originalità della proposta, che non scade mai nello sterile radicalismo sonoro”.(Giulio Tedeschi - Toast records) -------------------------------------------------------------------------- Belle le atmosfere dei Mambo Melon, duo formato da Gabriele Grosso e Marco Bognanni, entrambi già negli Instrumental Quarter. Il loro progetto nasce miscelando drumming percussivo, elettronica, suoni effettati di basso, synth e varie manipolazioni sonore. "Arrive la Police" convince fin dall'inizio, parte con un travolgente riff di basso e, più in là, ci aggiunge un campionamento di un canto africano. "Past Hole Days" è più rilassata e solare, si dondola tra loop di voci tra cui un campionamento rallentato dei Beastie Boys ("Body Movin'"). Convincente anche il riff elettronico di "Summer is Gone". "Pasquetta J" disorienta, tra suoni acquosi, sitar e qualche voce lontana: a mio avviso è la più debole del lotto. "The Monkey" rende bene il concetto del titolo, con i suoni che sembrano imitare la risata di una scimmia. Nel complesso ci troviamo davanti a un progetto stimolante: i due riescono a mettere a segno due pezzi ottimi ("Arrive la Police", "Past Hole Days"), mentre i restanti galleggiano su una materia interessante. Indubbia la capacità tecnica, basso e batteria non perdono un colpo e tirano sempre le fila di tutto. Vorrei ascoltare di più, attendo i nuovi lavori.(Rockit) -------------------------------------------------------------------